Fogliano Redipuglia, in provincia di Gorizia, un luogo di rilevante importanza che custodisce il Sacrario Militare, detto anche ‘Sacrario dei centomila’. Un monumento dedicato ai soldati italiani caduti durante la Prima Guerra Mondiale.
Fogliano Redipuglia è un comune sparso che comprende le frazioni di Fogliano, Polazzo e Redipuglia. Quest’ultima ospita il Sacrario, nonché il punto di interesse più importante.
Dove parcheggiare il tuo camper?
Io e Max siamo stati qui nel 2020 e abbiamo posteggiato il camper nel parcheggio per auto/pullman e camper in Via Atleti Azzurri d’Italia. E’ molto ampio, e comodissimo per la visita del Sacrario, in quanto è situato proprio di fronte al monumento. E’ vietata però la sosta notturna.
Il “Sacrario dei Centomila”
Dal parcheggio basta attraversare la strada e ci si trova davanti il maestoso Sacrario Militare: un cimitero monumentale che contiene le spoglie di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale.
Questa opera commemorativa è uno dei luoghi più importanti della storia italiana. E’ il più grande sacrario militare d’Italia e uno dei più grandi al mondo. Infatti occupa più di 100 ettari di terreno.
All’ingresso troviamo delle lastre di pietra con frasi rivolte a chi va a visitare questo luogo e che fanno molto riflettere.
Fu voluto dal regime fascista per celebrare il sacrificio dei caduti e dare degna sepoltura a coloro che non avevano trovato spazio nel cimitero degli Invitti. I lavori di costruzione iniziarono nel 1935 e con l’impiego di una enorme forza lavoro fu inaugurato 3 anni dopo.
Sorge sulle pendici del Monte Sei Busi, sede di un museo all’aperto dove è possibile vedere ancora oggi i resti dei trinceramenti delle truppe italiane durante la prima guerra mondiale.
Si accede al monumento dalla “Via Eroica“, una strada lastricata in pietra delimitata da 38 targhe in bronzo che indicano i nomi delle località carsiche contese durante la Grande Guerra.
Il Sacrario si presenta come un grande schieramento militare alla cui base vi è la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della 3° Armata; ai lati quelle dei generali caduti in combattimento.
Ai piedi della scala, come a cingere in modo simbolico il Sacrario, troviamo una grossa catena d’ancora che apparteneva alla torpediniera Grado in uso agli austro-ungarici. Alla fine della guerra questa venne ceduta all’Italia.
La grande scalinata in pietra bianca del Carso, formata da 22 gradoni, custodisce in ordine alfabetico, dal basso verso l’alto, le spoglie di 40.000 caduti noti, i cui nomi sono incisi su lapidi di bronzo.
Davanti ad ogni gradone, sul bordo superiore, la scritta ‘Presente’, che era il grido della folla inginocchiata quando il capo delle squadre gridava il nome del defunto al rito d’appello dello squadrismo.
L’unica donna seppellita nel sacrario è Margherita Kaiser Parodi, nota anche come la “crocerossina di Redipuglia”, morta all’età di 21 anni (1897-1918).
Offrì il suo servizio come infermiera volontaria nel Corpo delle Infermiere della Croce Rossa Italiana sul fronte friulano. Le fu conferita la Medaglia di bronzo al valore militare per il suo coraggio.
Nell’ultimo gradone ai lati della cappella che sorge in alto al sacrario, sormontata da tre grandi croci, vi sono, in due tombe comuni, le salme di 60.330 caduti ignoti.
Nella cappella sono custoditi oggetti personali del soldati italiani e austro-ungarici e nel 2014 divenne chiesa con rito solenne, ora dedicata a Maria Santissima Regina della Pace.
I resti delle trincee della Grande Guerra
Tutto il terreno circostante è segnato da resti delle trincee e camminare tra questi è un’esperienza profonda e toccante. Ogni passo che si fa su quel terreno carico di storia evoca una gamma di emozioni complesse e intense.
Si può provare un senso di riverenza e rispetto per coloro che hanno combattuto e sacrificato le loro vite in quelle trincee. La consapevolezza di camminare nello stesso luogo in cui giovani soldati hanno affrontato l’orrore della guerra può creare un legame emozionale con il passato e una profonda gratitudine per la pace che oggi godiamo.
La tristezza e la gravità di ciò che è accaduto possono essere tangibili. Si possono immaginare le dure condizioni di vita dei soldati, il freddo, la paura e la brutalità della guerra, facendo riflettere sulla fragilità della vita umana e sulla necessità di impegnarsi per la pace.
Allo stesso tempo, questa esperienza mi ha portato ad una profonda riflessione sulla futilità della guerra e sulla importanza di preservare la memoria storica.
Il Museo della Grande Guerra di Redipuglia
Di fronte al sacrario, dall’altra parte della strada, si trova il Museo della Grande Guerra di Redipuglia sito all’interno dell’ex Casa della III Armata ai piedi del Colle Sant’Elia.
Costruito nel 1971, conserva una collezione di armi che lo rende tra i più completi in Italia. È composto da un atrio d’ingresso in cui è stata allestita una pianta topografica del fronte del Medio e Basso Isonzo, e da quattro sale.
Colle Sant’Elia e il Parco delle Rimembranze
Il Colle di Sant’Elia è una collina situata di fronte al Sacrario e fu il sito in cui venne costruito il Cimitero degli Invitti della Terza Armata, il primo monumentale sacrario della Prima Guerra Mondiale.
Concepito già nel 1919 dall’Ufficio militare per i Caduti di Guerra, aprì ufficialmente nel 1923 e accolse i resti di 30.000 soldati che avevano perso la vita nella regione.
Tuttavia, con l’inaugurazione del Sacrario di Redipuglia nel 1938, il Cimitero degli Invitti perse la sua funzione originaria e venne trasformato in un Parco della Rimembranza.
Attualmente, è costituito da un grande viale scalinato in cui sono posizionate repliche dei reperti e delle iscrizioni originali e sulla cima, l’antica cappella e l’obelisco non sono più presenti. Al loro posto è stata eretta una colonna romana proveniente da Aquileia, che commemora i caduti di ogni conflitto.
La Regia stazione di Redipuglia
In contemporanea alla costruzione del sacrario venne realizzata anche la Regia stazione di Redipuglia nel 1936, opera di architettura ferroviaria del periodo fascista. Oggi è in uso come posto di movimento e dal 2013 nessun treno viaggiatori effettua fermate.
Rispetto, gratitudine, riflessione, senso di pace e impatto visivo, il sacrario suscita tanti sentimenti. Ogni tomba e ogni nome inciso rappresentano un atto di coraggio e sacrificio che merita riconoscimento e apprezzamento.
L’atmosfera solenne e l’ampia estensione del sacrario possono evocare emozioni intense di tristezza e compassione.
Camminare tra le imponenti scalinate stimola la riflessione profonda sulla natura della guerra, sulla perdita umana e sulla necessità di preservare la pace.
L’architettura imponente crea un impatto visivo significativo. L’ordine e lo schieramento delle tombe, vedere i nomi incisi sui muri porta alla commozione e all’emozione intensa e lasciano un’impressione duratura nel tempo. Se passerai di qui, fermati per un saluto.
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Lucy