Piscinas e il percorso minerario rappresentano il cuore selvaggio e storico della Sardegna. Due mete che, sebbene diverse tra loro, offrono esperienze complementari e indimenticabili.
Lasciata Cala Domestica arriviamo a Piscinas, frazione del comune di Arbus nella Sardegna sud-occidentale, nella regione del Sulcis-Iglesiente. Un piccolo borgo costiero immerso in un contesto paesaggistico mozzafiato.
Questo luogo incantevole è spesso paragonato ai deserti africani perché qui si trovano delle dune di sabbia che possono raggiungere i 60 metri di altezza e sono tra le più alte dune vive d’Europa!
Un abbagliante deserto giallo-ocra, mosso dal vento e punteggiato di verde mediterraneo. Un’area di dune sabbiose, che si estendono dalla costa verso l’interno per circa due chilometri che raggiungono altezze importanti, e sono modellate dai venti che soffiano dal mare.
Abbiamo parcheggiato il van proprio davanti alla spiaggia, immersi in un paesaggio surreale, circondati dalle maestose dune di sabbia. Una vera meraviglia per gli occhi e lo spirito!
La notte è trascorsa in assoluta tranquillità, regalandoci un’esperienza di pace e isolamento totale. Solo noi avvolti dal silenzio e dal dolce suono delle onde che si infrangevano sulla riva, creando una sinfonia naturale che ci ha cullato fino all’alba.
Il percorso minerario: natura e archeologia industriale
La mattina seguente, seppur a malincuore, decidiamo di riprendere il viaggio. Dovevamo proseguire la nostra avventura.
Durante il primo tratto di strada, sterrata e avvolta dalla natura, notiamo una grande costruzione abbandonata; si trattava della famosa laveria Brassey, una miniera ormai dismessa da anni collocata nel comune di Ingurtosu, frazione di Arbus.
Oggi, il villaggio è un luogo semi diroccato e quasi deserto, ma un tempo pulsava di vita, in quanto abitato fino alla fine degli anni ’60, e ospitava oltre cinquemila persone, e fungeva da centro direzionale per la miniera di Ingurtosu e la vicina miniera di Gennamari.
Le strade un tempo animate, ora silenziose, raccontano storie di una comunità industriosa e di un’epoca di fervente attività mineraria.
La miniera, attiva fin dal 1855, era dedicata all’estrazione di piombo, zinco e argento. La sua attività raggiunse il massimo splendore all’inizio del XX secolo, diventando un importante centro produttivo della regione. La prima crisi si verificò nel 1943, quando molti operai furono licenziati. Nonostante una ripresa dell’attività nel dopoguerra, il declino era ormai irreversibile e portò alla chiusura definitiva nel 1968.
Noi abbiamo attraversato metà del percorso minerario ( chiamato percorso di S. Barbara) la cui partenza è appunto dalla spiaggia di Piscinas, in prossimità del resort Le Dune. Da qui la strada sterrata che segue il Rio Naracauli porta fino all’omonima miniera.
Esperienza memorabile
Il percorso è un anello che da Montevecchio riporta praticamente a Piscinas, ma sul lato opposto. Da Montevecchio, abbiamo continuato verso la tappa successiva per passare la notte. È stata un’esperienza straordinaria! Chilometri di strade sterrate che attraversano panorami mozzafiato sulle vallate, dove spuntavano le abitazioni degli operai ormai abbandonate e le varie postazioni della miniera.
Abbiamo pranzato sostando in una rientranza della strada, con una vista spettacolare su una grande diga, godendoci la quiete e la bellezza del paesaggio circostante.
Ogni attimo di questo viaggio si trasformava in un vortice di emozioni indescrivibili, ed era come se ogni fibra del mio essere fosse percorsa da una corrente elettrica, che mi spingeva alla scoperta di un mondo nuovo e meraviglioso.
Le parole non riescono a rendere giustizia alla vastità e alla profondità delle sensazioni che provavo: un misto di stupore, gioia, trepidazione e gratitudine. Gli scenari ed ogni esperienza vissuta lasciava un segno indelebile nel mio cuore.
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Lucy
