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Il caffè a Trieste: un’esperienza da vivere

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Il caffè a Trieste: un’esperienza da vivere. Si, perché a Trieste aleggia sempre un gradevole profumo di caffè, una bevanda rituale, che viene consumata a tutte le ore del giorno.

Trieste è una città che ha una lunga e profonda relazione con il caffè. La sua storia e la sua posizione geografica hanno contribuito a creare una cultura del caffè unica nel suo genere. La città è stata un importante porto commerciale fin dal Medioevo, e il caffè è arrivato a Trieste proprio attraverso le rotte commerciali.

La sua vera fortuna è iniziata nel XVIII secolo, quando è diventata un porto franco che le ha permesso di prosperare, attirando commercianti e investitori da tutto il mondo.

In particolare, il porto franco ha contribuito alla crescita del commercio del caffè, che era una merce rara e preziosa all’epoca. La città è così diventata un importante punto di riferimento per il caffè in Italia e in Europa, ospitando molte torrefazioni locali che producono caffè di alta qualità.

I triestini sono appassionati di caffè, e la città ospita numerosi bar e caffè storici e oggi è riconosciuta come capitale storica del caffè espresso.

Il caffè ha anche un ruolo sociale importante in quanto viene consumato in compagnia, e i bar sono luoghi di incontro e di socializzazione.

Il legame tra Trieste e il caffè

illy caffè

Iniziamo col dire che per ciò che riguarda il caffè, Trieste, è la città che ha dato i natali a numerose innovazioni e ha un legame molto stretto con questa bevanda, sia per le tantissime realtà industriali di torrefazione presenti, sia per i suoi caffè storici.

Una delle due aziende più note e importanti della città è illycaffè, fondata nel 1933, da Francesco Illy, un imprenditore ungherese emigrato a Trieste.

Illy è stata pioniera nello sviluppo di nuove tecnologie per la produzione e la conservazione del caffè. Inizialmente, si occupava sia di cacao che di caffè, ma poi si specializzò nel caffè espresso, molto popolare in città.

P.s. Il nome del brand è scritto con la lettera iniziale minuscola.

Nel 1934, Francesco brevettò un nuovo sistema di confezionamento del caffè a pressurizzazione con gas inerte per preservare gli aromi. L’anno successivo, inventò la macchina per l’espresso chiamata Illetta.

Ernesto Illy, suo figlio, entrò in azienda nel 1947 e sviluppò nuove tecnologie per la produzione del caffè, e nel 1974 l’azienda rivoluzionò il mondo del caffè con le cialde monoporzione, semplificandone la preparazione. Negli anni ’80, Riccardo Illy, nipote di Francesco, implementò innovative strategie di marketing per l’espansione internazionale.

Gli ingegnosi brevetti continuarono con la selezione digitale dei chicchi nel 1988 per arrivare alla creazione, nel 1992, dell’iconica tazzina da parte di Matteo Thun, un architetto e designer italiano.

Negli anni ’90, illycaffè continua a crescere e innovare, diventando un leader mondiale nella produzione e distribuzione di caffè espresso. L’azienda investe in design, cultura e tecnologia, per promuovere il caffè di qualità in tutto il mondo.

Hausbrandt Trieste 1892 S.p.a.

Un’altra famosa azienda è la Hausbrandt. Fondata a Trieste nel 1892 da Hermann Hausbrandt, un ex comandante della marina mercantile austriaca, offriva prodotti di caffè già confezionati e sigillati nello stabilimento, utilizzando contenitori metallici. Fu la prima industria italiana di torrefazione e nel periodo della Belle Époque lanciò un innovativo programma pubblicitario attraverso i principali mezzi dell’epoca.

La prima campagna pubblicitaria di Hausbrandt si focalizzò sui “vecchietti” come soggetto romantico, che ancora oggi rappresentano un simbolo riconoscibile dell’azienda. Successivamente, associò il caffè a immagini di vita quotidiana, creando una sorta di cronologia giornaliera nell’uso del caffè. Il motto dell’azienda venne inserito nelle confezioni e sui veicoli aziendali, avviando una campagna di comunicazione innovativa per l’epoca.

Come si ordina un caffè a Trieste?

Quando un turista ordina un caffè in un bar triestino subito si riconosce. Se lo chiama semplicemente ‘espresso’ allora il barista capisce che si tratta di un visitatore. I baristi triestini sono noti per la loro passione per il caffè e per l’abilità nel prepararlo, e sono altresì famosi per la loro ironia e la voglia di scherzare, soprattutto con i turisti che non conoscono le usanze locali.

La domanda ‘come si ordina un caffè a Trieste?’ potrebbe sembrare retorica ma in realtà apre un mondo di usi e costumi. Infatti la città ha sviluppato una sua terminologia specifica per descrivere le diverse preparazioni del caffè. Questa è diversa da quella utilizzata in altre parti d’Italia, contribuendo a creare un senso di identità collettiva tra i triestini.

I triestini detengono il primato di più grandi bevitori in Italia di espresso, che qui è chiamato ‘il nero‘, mentre quello con una goccia di schiuma di latte al centro si chiama ‘goccia‘ o ‘gocciato‘, e l’espresso macchiato si chiama ‘il capo‘. Tutti serviti in tazzina.

Il caffè macchiato che tutti conosciamo, a Trieste è un espresso servito con un po’ di latte freddo a parte.

Se li desideri in bicchiere allora devi aggiungere la ‘B‘ e le tre preparazioni diventano ‘nero in B‘, ‘gocciato in B” e ‘capo in B‘.

Il caffè triestino è caratterizzato da un gusto forte e deciso e i cittadini, sembra, preferiscano il ‘capo in b’. Pare sia la preparazione più richiesta di sempre, diventata proprio un simbolo per la città.

Se vuoi un classico cappuccino, che qui è poco richiesto, devi chiedere al barista un ‘caffelatte‘, mentre un decaffeinato si chiama ‘deca‘, che in bicchiere diventa ‘deca in B‘. Per cui un decaffeinato macchiato diventa ‘capo deca‘, che in bicchiere è ‘capo deca in B‘.

Insomma è facile fare una gran confusione per chi come me non è di Trieste, ma basta ‘studiare’ un pochino e imparando i termini locali si può scoprire una nuova cultura del caffè ricca di tradizioni e sapori unici..

Attenzione: questa terminologia è valida solo per Trieste. In altre città del Friuli Venezia Giulia, anche se vicine, se ordini un nero ti servono un calice di vino rosso!

Caffè storici a Trieste

Trieste è sede di molti caffè storici, affascinanti, dall’atmosfera unica, che sono un importante punto di riferimento per la cultura triestina e rappresentano un’esperienza imperdibile per chiunque visiti la città.

Tra i più noti:

  • Il Caffè degli Specchi, sito in Piazza Unità d’Italia, fu fondato nel 1839. Il nome “Caffè degli Specchi” deriva dal fatto che sin dai tempi della sua apertura, era consuetudine incidere su specchi o lastre di vetro gli avvenimenti storici più significativi. Tuttavia, oggi sono rimasti solo tre di questi esemplari.
  • Il Caffè Tommaseo, in Piazza Tommaseo, è il più antico caffè della città. Inaugurato nel 1825, racchiude una lunga storia e ancora oggi continua a essere un punto di incontro per la comunità di commercianti, artisti e intellettuali di Trieste.
  • Il Caffè San Marco, in Via Battisti, è un caffè letterario fondato nel 1914. Il locale è famoso per essere stato costantemente uno dei luoghi prediletti dagli intellettuali della città. Tra i personaggi che hanno frequentato o frequentano il Caffè San Marco ci sono Italo Svevo, Umberto Saba, James Joyce, Claudio Magris e Mauro Covacich.
  • Caffè Pasticceria Pirona, in Largo Barriera Vecchia: fondato nel 1900, questo locale è un altro punto di riferimento per gli amanti del caffè e della cultura triestina. Offre una vasta selezione di dolci e bevande ed è stato menzionato nella guida del Gambero Rosso per la sua maestria nella preparazione artigianale di dolci tradizionali della cultura triestina, con particolare attenzione al Presnitz.
  • Caffè Stella Polare, in Via Dante, è un altro caffè storico frequentato da scrittori e artisti nel corso degli anni. È noto per il suo arredamento retrò e la sua atmosfera accogliente.

I miei gusti personali

Sono di origini napoletane, e per decenni ho gustato ogni giorno il caffè di un rinomato marchio napoletano, noto per la sua eccellenza e il suo carattere deciso. Invece di berlo in tazzina, però, a casa, abbiamo sempre preferito i famosi bicchierini napoletani in vetro trasparente.

La mia scelta è sempre stata la moka e fin da quando ero una bambina, mio papà mi ha trasferito la sua preziosa conoscenza nella preparazione di una moka perfetta. Ho appreso con cura i suoi consigli e ho continuato a seguirli nel corso degli anni. Sono sempre stata io la barista di casa.

La mia passione per il caffè si riflette nella predilezione per un colore nero intenso e un sapore robusto. Devo ammettere che anche illy è riuscita a soddisfare appieno il mio palato, regalandomi una prelibatezza sensoriale ogni volta che assaporo il suo caffè.

Il caffè Hausbrandt, invece, è un’esperienza che ancora mi sfugge, e non vedo l’ora di scoprire se riuscirà a conquistarmi.

Nonostante io viva in Friuli Venezia Giulia da quasi cinque anni devo ammettere che non ho ancora perfezionato l’arte di ordinare il caffè a Trieste. Al mattino, al bar, di solito mi faccio tentare da un caffè macchiato, mentre nelle ore successive, l’espresso diventa la mia scelta preferita.

Tuttavia, quando mi trovo a Trieste, è facile che confonda il caffè macchiato tra il gocciato e il capo, e dato il mio background milanese, finisco spesso per chiamarlo semplicemente ‘caffè’ dimenticandomi della terminologia triestina.

Grazie alla presenza di Max però, che mi suggerisce sempre cosa dire al barista, sto migliorando.

La mia avventura con il caffè a Trieste è ogni volta un viaggio sensoriale. Ogni sorso di caffè, dalle sfumature aromatiche alle tradizioni locali, è un’esperienza unica che ho imparato ad apprezzare nel corso degli anni. Pian piano mi piacerebbe sperimentare i vari tipi di caffè e i diversi modi in cui vengono preparati qui.

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