Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, a 1452 metri sul livello del mare, sorge Castelluccio di Norcia. Questo antico borgo, arroccato su un colle, offre un panorama unico sui Piani di Castelluccio, un’ampia conca circondata da montagne e caratterizzata da una natura incontaminata.
Lo sguardo spazia fino al Monte Vettore, la vetta più alta dell’Umbria.
Castelluccio di Norcia, un nome che evoca immagini di paesaggi mozzafiato che incantano lo spirito, storia millenaria e una natura intatta. Un’esperienza indimenticabile attende chi visita questo paesino, definito ‘borgo dell’anima‘.
Dove parcheggiare il tuo camper?
Dopo una breve ricerca sull’applicazione Park4Night, io e Max abbiamo scovato un posticino perfetto per il nostro van, proprio alle porte di Castelluccio.
Con la Cima del Redentore, che nasconde il poderoso Monte Vettore, a fare da sentinella ci siamo sentiti come in prima fila per ammirare uno dei panorami più belli d’Italia.
Con camper service e raccolta differenziata, l’area ci ha permesso di parcheggiare in tutta comodità e di godere della vista.
Castelluccio: storia e rinascita di un borgo
Le origini di Castelluccio affondano le radici nell’antichità. Reperti romani, come frammenti di terracotta e monete risalenti all’epoca di Claudio il Gotico, testimoniano una presenza umana continuativa in questa zona fin dai tempi antichi.
Il borgo, che assunse la forma attuale nel XIII secolo, svolse un ruolo strategico nella difesa dei pascoli di Norcia. Purtroppo, il terremoto del 2016 ha profondamente segnato il paese, causandone quasi la completa distruzione.
La terra ha tremato il 30 ottobre con forza alle 7:40 di domenica mattina, a una profondità di 10 chilometri. Il terremoto, di magnitudo 6.5, ha colpito duramente l’Umbria, con epicentro a Norcia, causando danni ingenti.
Un patrimonio inestimabile è andato distrutto. A Norcia, la basilica di San Benedetto e altre chiese storiche sono crollate, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore della città.
Castelluccio di Norcia si presentava come un borgo medievale, con le sue case in pietra e le stradine strette. Un’oasi di pace che sembrava essere sospesa nel tempo.
Oltre all’antica tradizione pastorizia e agricola, il turismo rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia di Castelluccio.
In inverno, la località di Forca Canapine si trasforma in una rinomata stazione sciistica, mentre in estate gli appassionati di trekking e di volo libero trovano in questi luoghi un paradiso incontaminato. La particolare conformazione del territorio, con l’assenza di ostacoli, rende Castelluccio una meta ambita dai parapendisti di tutta Europa.
Castelluccio di Norcia: un quadro naturale mozzafiato
Immagina un’ampia conca verde, avvolta da maestose montagne che sembrano toccare il cielo. È questo lo scenario che si presenta agli occhi di chi visita Castelluccio di Norcia, un gioiello incastonato tra i Monti Sibillini.
Al centro della scena, i Piani di Castelluccio, un vasto altopiano che in primavera si trasforma in un’esplosione di colori grazie alla fioritura. Un tappeto multicolore che si estende a perdita d’occhio, un vero e proprio spettacolo della natura.
A fare da cornice, i Monti Sibillini, con le loro cime imponenti e i loro pendii erbosi. Il Monte Vettore, la vetta più alta situata sul confine tra Umbria e Marche, domina la scena con la sua maestosità, offrendo uno sfondo indimenticabile.
Il Monte Vettore, con i suoi 2476 metri rappresenta un punto di riferimento inconfondibile per le Marche. La sua vetta, situata nel comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno, domina il Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Ai suoi piedi si trova il Lago di Pilato, un gioiello naturale unico nel suo genere.
La Cima del Redentore, seconda al Monte Vettore per altezza, si erge maestosa sui Piani di Castelluccio, donando un panorama mozzafiato sui campi e sull’intero altopiano.
Chiesa di Santa Maria Assunta
Situata nel cuore di questo grazioso borgo, la Chiesa di Santa Maria Assunta, offre uno splendido panorama sulla Piana di Castelluccio. La sua posizione sopraelevata rispetto all’abitato la rendeva un punto di riferimento visivo inconfondibile.
Utilizzo il passato perché la chiesa è stata gravemente danneggiata dal terremoto del 2016 e purtroppo è crollata in gran parte perdendo la sua struttura originale. Un evento molto triste che ha lasciato un vuoto nella comunità locale e nel patrimonio artistico italiano.
Il sisma ha inferto un colpo durissimo a questo gioiello architettonico. Le origini della chiesa risalgono al XVI secolo, anche se si ritiene che sul sito preesistesse una cappella o una chiesetta dedicata alla Vergine. L’edificio prima del crollo era il frutto di rifacimenti avvenuti tra il 1660 e il 1690, quando fu sottoposto all’ultimo ampliamento e parziale ricostruzione.
A seguito del terremoto, sono stati eseguiti interventi urgenti per mettere in sicurezza l’area e prevenire ulteriori crolli. Pare siano in corso studi e valutazioni per definire un progetto di ricostruzione che rispetti le caratteristiche originali dell’edificio e le normative antisismiche. Tuttavia, si tratta di un processo lungo e complesso che richiede tempo e risorse economiche.
Opera d’arte naturale
Sulle pendici del Poggio di Croce che circondano il Pian Grande, si staglia un suggestivo bosco di conifere che, piantato nel 1961 per celebrare l’unità nazionale, riproduce fedelmente la forma dello stivale italiano.
Il bosco rappresentava un omaggio all’Italia unita, un simbolo tangibile di appartenenza a una nazione. Da lontano, il bosco a forma d’Italia si presenta come una sorprendente macchia verde che si staglia sullo sfondo dei Monti Sibillini. La sua forma inconfondibile è facilmente riconoscibile, anche da notevole distanza.
Man mano che ci si avvicina, si possono apprezzare i dettagli della composizione, con le conifere che delineano i contorni della nostra penisola e delle isole maggiori. L’effetto visivo è particolarmente suggestivo durante le stagioni autunnale e invernale, quando le foglie delle conifere assumono tonalità più scure, creando un contrasto marcato con il paesaggio circostante.
È un’opera d’arte naturale, un simbolo di unità nazionale e un omaggio alla bellezza del territorio. La sua realizzazione è stata un’impresa ambiziosa, che ha richiesto un impegno notevole da parte della comunità locale. Oggi, il bosco rappresenta una delle attrazioni più visitate di Castelluccio, un luogo dove la natura e la storia si incontrano.
La fioritura di Castelluccio
La fioritura dei Piani di Castelluccio è un evento spettacolare che attira visitatori da tutto il mondo. Tra maggio e giugno, l’altopiano si trasforma in un’immensa tavolozza di colori, con distese di lenticchie, papaveri, fiordalisi e altre specie che creano un panorama mozzafiato!
Anche se abbiamo mancato la piena fioritura, essendo stati qui a fine luglio, la Piana di Castelluccio ci ha comunque incantati con la sua bellezza selvaggia e la tranquillità dei luoghi, e portiamo a casa ricordi indimenticabili di questo incredibile paesaggio.
La lenticchia: un tesoro culinario dell’Appennino
Le lenticchie di Castelluccio sono famose in tutto il mondo per la loro qualità e il loro sapore unico. Coltivate a oltre 1.400 metri sul livello del mare, in un ambiente incontaminato, queste leguminose beneficiano di un clima rigido e di terreni particolarmente fertili, che conferiscono loro caratteristiche organolettiche eccezionali.
Nata tra le montagne dell’Appennino, la “Lénta” di Castelluccio è un’ambasciatrice dei sapori antichi. Questa piccola meraviglia della natura, coltivata con passione da generazioni, è un tesoro culinario che racconta la storia e le tradizioni di un territorio unico.
Quando visitare Castelluccio
Ogni stagione offre un fascino diverso:
- Primavera: la fioritura è lo spettacolo principale.
- Estate: ideale per le attività all’aria aperta, come trekking e mountain bike.
- Autunno: i colori caldi delle foglie e i panorami avvolti dalla nebbia creano un’atmosfera suggestiva.
- Inverno: l’altopiano si trasforma in un paesaggio innevato, perfetto per gli amanti degli sport invernali e per le escursioni con le ciaspole.
Emozioni autentiche tra i vicoli storici
Camminare tra i resti di Castelluccio è stata un’esperienza profondamente toccante e ricca di emozioni contrastanti. Ogni passo nel borgo devastato evoca una sensazione di malinconia e perdita, ma anche una profonda riflessione sulla fragilità e la resilienza della vita.
La vista degli edifici crollati, delle stradine vuote e dei resti di ciò che un tempo era una vivace comunità, suscita un senso di tristezza profonda.
È un dolore silenzioso che permea l’aria, una consapevolezza della devastazione che ha colpito questo luogo e le persone che ci vivevano. Il terremoto ha costretto molte attività commerciali a ripensare la propria sede, trasferendosi ai piedi del colle per ripartire da zero.
Dalle foto trovate sul web si vede che questo paesino era un borgo pittoresco e fiorito, incastonato tra le montagne, e fanno contrasto con la realtà attuale, creando un desiderio struggente di vedere il villaggio risorgere.
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